Le sale

Fra le sale interne di Castel Capuano, una delle più interessanti e di maggior pregio artistico è certamente il Salone della Corte d'Appello, con affreschi di Antonio Cacciapuoto e altri artisti, eseguiti alla fine del XVIII secolo. Il ciclo raffigura allegorie delle Province del regno: la Provincia dei Marsi, dei Vestini, dei Picentini, degli Irpini, la Lucania, il Brutium Citerius e il Brutium Ulterius.

La celebre Sala dei Busti, situata al primo piano, ospita oggi i busti in marmo degli avvocati più famosi del Foro di Napoli. In precedenza era la sala dove si tenevano le udienze pubbliche della Camera della Sommaria. Considerato il cuore del castello, oggi vi si celebrano gli avvenimenti solenni e vi si convocano riunioni straordinarie. Anche in questa sala gli affreschi ripropongono dodici figure femminili allegoriche che rappresentano le province del Regno: le figure poggiano su piedistalli intervallati fra loro da finte colonne. Il soffitto, affrescato da Biagio Molinari di Trani, è diviso in tre campi, ciascuno dei quali presenta raffigurazioni celebrative sul tema della forza e del trionfo della Giustizia.

Dalla Sala dei Busti si accede alla Cappella della Sommaria. In origine, la Regia Camera della Sommaria era una sala all’interno di Castel Capuano adibita a Tribunale dei conti e del fisco ed è così chiamata perché nel XVI secolo i “sommarii” erano i periti contabili di corte. Nel 1548, don Pedro de Toledo, decise di far edificare la Cappella della Sommaria, ad uso soprattutto dei magistrati e dei carcerati che si trovavano all’interno del castello. L’interno, a pianta quadrata e con pareti cieche, è interamente affrescato dai dipinti realizzati tra il 1547 ed il 1548 del pittore spagnolo Pedro Rubiales, discepolo della scuola di Giorgio Vasari. La gamma tenerissima dei colori e le improvvise luminescenze che movimentano le figure fanno di questo cliclo decorativo l'affermazione più vivace, in ambito napoletano, di quel manierismo tosco–romano di metà Cinquecento che aveva proprio in Vasari uno dei maggiori rappresentanti.