CASTEL CAPUANO
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Da Reggia a Corte di Giustizia
Voluto nel XII secolo da Guglielmo I il Normanno, Castel Capuano fu eretto a difesa della vicina Porta Capuana – la soglia della strada verso Capua da cui il nome - e fu ampliato da Federico II di Svevia nel 1231 per divenire residenza reale, rimanendo tale anche dopo la costruzione di Castel Nuovo avviata dagli Angiò fra 1279 e 1282. È a partire dalla dominazione angioina che Castel Capuano iniziò ad identificarsi con il potere legislativo e proprio perché vi fu stabilita la sede della Regia Camera della Sommaria, il principale organo amministrativo e giurisdizionale del Regno di Napoli.
A fine ‘400 fu incluso all’interno delle mura cittadine estese da Ferdinando I d’Aragona e, in linea con le riforme istituzionali operate durante tutto il regno aragonese, l’edificio continuò ad ospitare i diversi organi fiscali e giudiziari in cui venne articolata la Regia Camera della Sommaria – primo fra tutti il Tribunale Supremo - mentre le sale della Biblioteca furono destinate alle riunioni del Gran Consiglio.
Al contempo cornice di sfarzosi festeggiamenti per le nozze di principi e regnanti, Castel Capuano viene ricordato anche come luogo di congiure e delitti, celebre quello del Gran Siniscalco Ser Gianni Caracciolo, il favorito della regina Giovanna II qui assassinato nel 1432.
Nel 1540 il viceré Pedro de Toledo lo trasformò nel Palazzo della Vicaria – la funzione di governo proposta al potere giudiziario e presieduta dal Vicario del Regno – e vi riunì tutti i tribunali fino ad allora sparsi in diverse sedi della città, affidando agli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa le radicali trasformazioni di adeguamento della struttura a Corte di Giustizia.
La storia di Castel Capuano come sede del potere giudiziario prosegue fino alla successiva età dei Borboni, quando fu sede della Gran Corte criminale. Qui furono infatti processati anche i rivoluzionari che parteciparono alla rivolta contro Ferdinando II nel 1848.