Allarme tubercolosi: nuovo caso inaspettato sconvolge un’isola italiana

Siamo in Sicilia e da qualche giorno si parla di alcuni casi di tubercolosi, una malattia che in Italia è stata ormai risolta da diversi decenni, ma che ogni tanto si palesa, soprattutto quando si è di ritorno da qualche vacanza trascorsa in altre aree dove ancora risulta una malattia che miete tante vittime.

Niente paura

In Itali di tubercolosi ormai non si muore più, perché ci sono le cure e si può sempre intervenire con tempestività già a partire dai primi sintomi, con una terapia che serve per interrompere l’aggressività degli agenti patogeni che determinano il sopraggiungere e il progredire della malattia. Insomma, nulla di preoccupante.

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Ma qual è il vero problema in tutto questo? Il problema è che nel resto del mondo purtroppo questa malattia ancora risulta essere un grosso guaio e, laddove ancora ci saranno sintomi e possibili focolai, la malattia sarà tutt’altro che debellata totalmente. C’è da fare chiarezza su tutto questo e spesso non è facile.

Il motivo per cui questa malattia risulta ancora ampiamente diffusa è tutto inserito nel disastro che insito in tutte quelle culture dove non si capisce l’emergenza di intervenire con rapidità per fermare il diffondersi di questa patologia che risulta endemica ferma in alcune zone del pianeta in particolar modo purtroppo.

Il caso di Licata

La situazione a Licata, in provincia di Agrigento, è ormai sotto controllo, sebbene sei persone siano state preventivamente messe in quarantena nel reparto di malattie infettive del Policlinico di Palermo. Una risulterebbe più grave di tutte le altre, ma non in pericolo di vita. La cosa però ha aperto un dibattito acceso.

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La tubercolosi è una malattia altamente infettiva che si trasmette per mezzo di un batterio che si trovano fin dentro le goccioline di saliva. I sintomi sono molto comuni, e hanno a che vedere con la tosse persistente, che dura per più di 3 settimane, dolore toracico, febbre e infine alta sudorazione notturna.

Seguono poi i sintomi più classici e ripetuti: perdita di peso per mancanza di appetito prolungato, affaticamento e ogni forma di debolezza possibile, insieme ad alcuni casi in cui si perde sangue durante la tosse. Questi sono i sintomi più frequenti, ma tutti facilmente individuabili per tempo e senza conseguenze per la nostra salute.

Come la situazione in Sicilia?

Diciamo che se è considerata una malattia che ormai non ha più gli effetti del passato, è anche vero che non è mai totalmente scomparsa, perché queste malattia hanno la tendenza a creare delle zone confort dove restano endemicamente bloccate, e nella zona di Licata esiste proprio una di queste zone endemiche da non sottovalutare.

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Ciò non significa che si registrino sempre casi di tubercolosi, ma che ci siano delle ondate sì, e ovviamente si tratta di una questione da monitorare con attenzione, perché alla lunga potrebbe rivelarsi davvero come un grandissimo problema, in grado di compromettere la sicurezza della salute pubblica in tutta l’isola e non solo.

In questo momento, quindi, sebbene tutto sia sotto estrema sorveglianza da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP, che è intervenuto subito dopo avere saputo dell’accaduto, tutto sembra nella norma e non risultano altri focolai in giro per la città. Ma ovviamente l’allerta è tanta e bisogna muoversi con estrema cautela

Oggi parlare di tubercolosi ha quindi senso?

Certo, ha senso sempre, perché è una malattia attiva, sebbene il numero dei casi rispetto al passato sia in netta diminuzione. C’è anche da dire che purtroppo oggi non possiamo renderci conto di fatto di quello che è il pericolo reale che si corre, ma possiamo essere consapevoli del fatto che dobbiamo essere informati.

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L’informazione salva la vita, quindi sapendo che in alcuni posto risulta particolarmente evidente quest’incidenza che, seppur con numeri ridotti, la tubercolosi resta particolarmente presente e particolarmente attiva, la miglior cosa da fare è rendersene conto e agire al fine di intervenire in caso di sospetto da sintomi particolarmente aggressivi.

Non dobbiamo però creare allarmismi, perché è vero che ci si ammala ancora, ma si sopravvive e la malattia per fortuna si cura anche senza strascichi, anche se tutto passa con molta lentezza. Basta essere attenti, saper individuare subito il problema e rivolgersi al proprio medico che saprà quale strada intraprendere.

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