
Biodiversità è il concetto che, nel corso di questo articolo, ti accompagnerà. La parola biodiversità, infatti, descrive una condizione di equilibrio negli ecosistemi naturali, fondamentale per la sopravvivenza di numerose specie vegetali e animali. La sovra popolazione di una specie rispetto alle altre può creare squilibri allarmanti, da non tralasciare per la salvaguardia dell’ambiente!
Biodiversità: un equilibrio fondamentale
Come accennato nel paragrafo introduttivo, la biodiversità rappresenta la varietà delle specie vegetali e animali presenti nei vari ecosistemi della Terra. Questo è un concetto molto ampio che include qualsiasi forma di vita: microrganismi, piante, animali, esseri umani sono tutti parte del sistema ecologico terrestre e per questo concorrono alla biodiversità.

In ogni ecosistema, fondamentale per il mantenimento della biodiversità è l’equilibrio che si instaura tra i vari esseri viventi. Si tratta di una condizione molto delicata, in cui la numerosità di ogni forma di vita influenza quella delle altre, in una “danza” continua di adattamenti tra le varie specie, sia predate che predatori.
Cosa influisce sulla biodiversità e sul mantenimento dell’equilibrio di un ecosistema? Sono molti i fattori in gioco, tra cui l’ambiente e il clima. A seguito del cambiamento climatico, ad esempio, è possibile che una specie prenda il sopravvento sulle altre creando un disequilibrio che potrebbe alterare in maniera drastica e definitiva l’ecosistema, con conseguenti danni ambientali e, nei casi più gravi, possibilità di estinzione di alcune specie.
Gli ecosistemi e la loro dinamicità
Il concetto espresso nei paragrafi precedenti non prevede che gli ecosistemi debbano essere sistemi statici e immutabili. Al contrario, è proprio la dinamicità che li caratterizza, fatta, da un lato, di interazioni tra gli esseri viventi che vi appartengono e tra le forme di vita e i fattori ambientali e climatici, dall’altro, a rappresentare la ricerca continua di un equilibrio.

In un ecosistema, quindi, si creando relazioni come la predazione, la simbiosi, la decomposizione, la competizione per gli spazi e per il cibo e così via. Ogni essere vivente e non, parte dell’ecosistema, contribuisce in maniera specifica al funzionamento e alla stabilità dell’ambiente in cui si trova. Basti pensare ai predatori.
I predatori consentono, tramite la “caccia” alle prede, di evitare che le specie predate diventino un numero tale da alterare l’equilibrio dell’ecosistema. A loro volta le specie predate, in genere erbivore, non sarebbero presenti in assenza di piante, loro fonte nutritiva primaria. E ancora, le piante non potrebbero produrre frutti senza la presenza di insetti impollinatori. In questo magico mondo di interazioni si possono, tuttavia, creare dei disequilibri.
Le specie invasive e il loro ruolo negli ecosistemi
In alcuni casi, l’equilibrio dinamico degli ecosistemi si spezza. E’ proprio questa la condizione che favorisce l’insorgenza delle cosiddette specie invasive, ovvero specie viventi in sovrannumero che, di conseguenza, possono apportare danni all’ecosistema di cui fanno parte. I fattori alla base dell’alterazione degli ecosistemi sono spesso relativi al clima o all’attività umana.

Cambiamenti climatici come fenomeni di desertificazione, riduzione della disponibilità idrica, impoverimento dei suoli oppure interventi antropici come deforestazione, cementificazione, globalizzazione e così via sono tutti fattori di alterazione degli ecosistemi naturali. In queste condizioni, alcune specie potrebbero essere favorite più di altre. In alcuni casi, si tratta di specie aliene, ovvero provenienti da ambienti lontani e introdotti accidentalmente o volontariamente in ecosistemi differenti da quelli originari.
Le specie invasive tendono solitamente a moltiplicarsi in maniera eccessiva, spesso in assenza di predatori naturali, creando competizione per luce, acqua e cibo con le specie normalmente presenti nell’ecosistema, promuovendo lo sviluppo di malattie mai viste prima, alterando le catene alimentari e danneggiando il suolo e l’habitat in generale.
Una specie invasiva delle nostre zone
I media, in tempi recenti, sono stati particolarmente interessati ad un fenomeno grave, dal punto di vista ambientale ed ecologico, che si sta verificando sui nostri litorali e che vede protagonista una specie aliena, invasiva, proveniente originariamente dall’Oceano Atlantico ma ormai diffusa nel Mediterraneo, dove sta causando danni all’ecosistema marino.

Hai capito a quale specie ci stiamo riferendo? Al granchio blu, scientificamente chiamato con il nome di Callinectes sapidus. Facilmente riconoscibile per il colore blu intenso delle sue chele, questa specie di granchio ha dimensioni notevoli (fino a 25 cm di larghezza), è molto aggressivo e si riproduce rapidamente. Il suo arrivo sembra essere dovuto alle attività commerciali legate all’acquacoltura.
Le sue caratteristiche di robustezza e aggressività, unite al sovrannumero di esemplari in diffusione, sta creando danni alle specie locali, con cui entra in competizione, soprattutto per le fonti di nutrimento. Esso, infatti, opererebbe una predazione intensa di cozze e vongole, con conseguenze disastrose non solo per l’ecosistema marino ma anche per l’economia locale.