Memoria, presente e futuro
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La Biblioteca di Castel Capuano ha in realtà una storia ultrasecolare che risale al 1540, anno in cui il Sacro Regio Consiglio si trasferì a Castel Capuano per volere del viceré spagnolo Pedro de Toledo e fu disposto che i magistrati avessero a disposizione i testi su cui studiare le cause e deliberare le sentenze.
Dal Notiziario del Sacro Regio Consiglio risulta infatti che: “Si è pensato di situare in ogni Ruota quei libri, che racchiudano le nostre patrie leggi, e le leggi comuni, che sono il fondamento delle decisioni, insieme con gli Autori più classici, che le hanno illustrate in alcuni dei quali si trovano registrati, e i riti della G.C. e gli Arresti, e i Riti della Regia Camera. Tali libri come debbano essere continuamente nelle mani di chi giudica, han fatto si che quadruplicassero, perché possano servire nell’istesso tempo nelle quattro ruote, ed imbarazzerebbero se una dovesse riceverli dall’altra”.
Le importanti collezioni confluite nella Biblioteca nel corso dei secoli hanno creato un patrimonio di grande interesse non solo sul piano giuridico e scientifico, ma anche su quello storico e culturale più generale. Cogliendo e attualizzando la ragion d'essere di Castel Capuano, i recenti progetti di valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio della Biblioteca ne hanno accentuato la vocazione di centro ancora vivo di governo e di cultura. L'apertura a strumenti di fruizione tecnologicamente avanzati e la pubblicazione delle opere sul web, declinano l'identità della Biblioteca stessa secondo i canoni della contemporaneità, rafforzando non solo i significati dei suoi storici legami con la città, ma anche il profilo umanistico e internazionale che la cultura forense napoletana esprime attraverso le collezioni raccolte nei secoli e oggi accessibili online.
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